Luigi Zani (detto “ul Valdambrìi”), classe 1960, figlio di operai, diversamente colto, impiegato di professione.
Ho vissuto per dodici anni all’estero, per questo parlo e scrivo correttamente in tedesco, ho inoltre ottima padronanza della lingua inglese e francese. Girando il mondo in lungo e in largo per lavoro, sempre armato di macchina fotografica, ho visitato più di cinquanta paesi diversi tra i quali Hawaii, Nuova Zelanda, Fiji, Australia, Indonesia, Filippine, Hong Kong, Cina, Singapore, Malesia, Thailandia, India, Sri Lanka, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Seychelles, Kenya, Tanzania, Mauritius, Sudafrica, Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Colombia, Panama, Canada, Messico, Stati Uniti, Costa Rica, e una dozzina di isole dei Caraibi. Amo sempre viaggiare, ma cerco di evitare sempre più quei luoghi invasi dal turismo di massa.
Da mio padre ho ereditato la passione per la moto: ho una comoda BMW GS1200, ma nel mio garage c’è anche una vecchia sportiva Ducati 996 che tengo come un oracolo. Piegare strisciando le "saponette" sull’asfalto è per me ormai un lontano ricordo anche perché la tuta integrale, una volta attillata ma comoda ora, con qualche chilo di troppo, riuscirei probabilmente a indossarla solo imburrandomi tutto il corpo e trattenendo il fiato all’inverosimile!
Sono cresciuto con hard rock e heavy metal, ma i miei gusti musicali sono svariati e spaziano dalla musica classica alla moderna progressive house music. Sono talmente appassionato di musica che diversi anni fa ho comprato due formidabili chitarre, una classica “Ovation” e un’elettrica "Fender Stratocaster Anniversary 25" edizione limitata. Il fatto curioso è che non so suonare nessuno strumento!
Sono inoltre appassionato di fotografia, ideologia buddista e di lettura (specialmente quella inerente ai due conflitti mondiali).
Evito la gente che agisce preoccupandosi dei giudizi altrui e quella che ama ostentare. Nelle persone non sopporto soprattutto arroganza e ipocrisia. Prediligo invece la riservatezza, la buona educazione, il rispetto del prossimo e dei beni altrui.
Ho due figli, Isabel e Daniel, fortunatamente più intelligenti e istruiti di me! Isabel è laureata in marketing internazionale e, dopo aver maturato esperienze a Budapest e a Londra, occupa ora una posizione manageriale a Berlino. Daniel invece frequenta la facoltà di medicina e chirurgia al San Raffaele di Milano. Vivo insieme alla mia dolce metà Emanuela in una CasaClima, dal design minimalista e un po’ strano, da me stesso progettata. Al fine di migliorare il comfort abitativo nell’arredamento interno prevale lo stile orientale, abbinato però ad alcuni mobili moderni e a vecchi pezzi rustici di arte povera contadina ereditati dai nonni. Seguendo l’ideologia Feng Shui nel giardino di casa ho costruito una piccola cascata in pietra, dedicata a mio padre scomparso nel 2003, dove lo scroscio dell’acqua favorisce relax e meditazione. Quando arrivo a casa e oltrepasso il cancello d’ingresso, ho sempre la sensazione di entrare in un’altra dimensione, come in una sfera immune ai problemi della vita e del mondo esterno.
All’inizio del terzo millennio ho iniziato a scrivere il dizionario etimologico del dialetto di Ambria, in modo da salvaguardare l’immagine di questo antico borgo (nel comune di Piateda) e la sua particolare lingua di origine celtica in via di estinzione (ul valdambrìi). Da questo lungo e ambizioso progetto, che dovrebbe portare alla pubblicazione di un corposo volume, è nata, casualmente, anche una sorta di ispirazione poetica. Dal 2009 mi diletto a scrivere poesie, tratte da storie vere o anche puramente inventate, ma tutte rigorosamente in arcaico dialetto di Ambria. Con l'aiuto di alcune famiglie sono riuscito a ricostruire anche il tipico abbigliamento che gli abitanti di Ambria indossavano fino al 1950 circa. Alcuni capi risalgono agli inizi del 1900: di conseguenza, li custodisco molto gelosamente e li sfoggio solo in particolari occasioni. Scrivo regolarmente su “All’ombra del Rodes”, periodico della biblioteca di Piateda, sul quale pubblico anche alcune mie poesie.