In uscita il 21 dicembre 2024 il numero - 71 inverno 2024
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n.71 - Inverno 2024

SPECIALI 
10 Personaggi Celso Ortelli (1930-2010)
18 Personaggi Achille Compagnoni (1914-2009)
26 Racconti di Bruno Galli-Valerio Il barbagianni
29 Valmalenco/val Bondasca Cima di Castello (m 3378)

ALPINISMO
42 Alta Valtellina Cima Rossa di Redasco (m 3092)
50 Orobie Pizzo Cerech (m 2536), parete E
58 Orobie Canale della Pioda

ESCURSIONISMO
64 Valchiavenna Bregaglia Luminosa
74 Val d'Ossola Balm dla Vegia
83 Approfondimenti Angela, la Vegia dul Balm
86 Valchiavenna Monte Peschiera (m 698)
 
RUBRICHE
94 Viaggi Dalla Majella al Gran Sasso
114 Natura junior Niki Valutura
117 Flora Margherita alpina
121 Funghi Amanita, veleno o delizia?
125 Le foto dei lettori
134 Giochi
137 Le ricette della nonna Risotto al pino mugo


EDITORIALE
di Beno
Fuori nevica. Davanti alla stufa, col fuoco lampeggiante e il crepitio della legna che mi fanno venire la ligòrnia e socchiudere gli occhi, mi chiedo quale sia oggi il luogo più popoloso al mondo. 
Vado perciò in veranda a far razzia di atlanti e libri di geografia, ma in tal materia la mia biblioteca è rimasta aggiornata ai tempi della Guerra Fredda e la risposta «Cina e India per numero totale o Principato di Monaco per densità» non mi convince troppo. Rientro. Mi gelano i piedi. 
Ovvio che in una nazione gigante ci stanno un mucchio di uomini, e in una che è un buco di paradiso fiscale son tutti calcati. Io vorrei però capire se c’è un luogo che vince entrambe queste classifiche. 
Guardo fuori dalla finestra per controllare che gli asini non siano scappati dal recinto e che il maiale abbia smesso di mangiar neve scambiandola per zucchero filato, ma anche per cercare ispirazione.
La trovo osservando una coppietta che sta pisciando il cane per strada: l’unico che in questo momento è a tutti gli effetti sotto casa mia è il quadrupede che prova ostinatamente ad addentare i fiocchi. I suoi padroni sono persi nel telefono. Sono altrove. Come fanno gli amici al bar o al ristorante, i viaggiatori sui treni, o addirittura molti alpinisti in vetta. 
Eureka! Ci sono arrivato: il luogo dove al giorno d’oggi stanno più persone è Altrove.  Altrove è il mondo parallelo dove la maggior parte degli uomini si rifugia per trovar gratificazione, per vincere la noia che il loro stesso stile di vita gli procura, per reperire informazioni frivole, ma anche per chiedere come si sale una montagna e farsi guidare passo passo, per sapere i nomi delle piante, delle cime, delle stelle, o se in questo momento il tempo sia effettivamente nuvoloso come appare, per incontrare gli “amici”, per non usare la fantasia, per sapere cosa fanno gli altri o per fingere di trascorrere momenti entusiasmanti. Ad Altrove ci si mandano persino i bambini per farli stare buoni e non distrarre gli adulti che, chini su uno schermo, coltivano i propri avatar e le proprie paure verso il mondo reale. 
Non ho mai voluto né utilizzare né possedere uno di quegli apparecchi che portano ovunque Altrove, perché non sono certo un super uomo e, se prendessi l’abitudine, anche per me sarebbe dura liberarmene: Altrove è una gabbia progettata in modo che i reclusi lavorino alacremente per rinforzarla e ingrandirla.  Quando qualcuno, venuto a conoscenza della mia scelta, mi dice che vivo fuori dal mondo, mi fa proprio sorridere: quale mondo? Ma non ribatto - fiato sprecato -, cerco solo di cambiare argomento prima che parta il mantra «andare in montagna senza telefonino è pericoloso». 
Praticamente al giorno d’oggi basterebbe disconnettersi dalla rete per fuggire da Altrove. Ma, praticamente, è come dire a un tossicodipendente che per uscirne basterebbe non drogarsi più! Ovvio, ma c’è un impedimento psicologico a monte.  Ad Altrove ci si accede con tecnologie che presto verranno integrate nei corpi colla scusa della comodità. Prima volontariamente, poi, quando rimarremo in pochi a non esserne dotati, obbligatoriamente. A quel punto non ci sarà più la possibilità di lasciare Altrove, ovunque ci si trovi. 


 
Hanno collaborato a questo numero:
Adele Mori, Alessandra Morgillo, Alessandro Losa  Beno, Bruno Mazzoleni, Carlo Nani, Cino Ortelli, Corrado Lucini, Cristina Del Molino, Dicle,  Fabrizio Simonini, Fausto De Bernardi,  Fabio Pusterla, Fausto Compagnoni, Flavio Casello, Gabo, Gabriele Fusetti, Giacomo, Giacomo Meneghello, Gioia Zenoni, Giovanni Rovedatti, Giuliano Giacomella, Giuseppe Codini, Jean Malka, Kim Sommerschield, Luciano Bruseghini,  Marco Bettomè, Mario Pagni, Marino Amonini, Marzia Possoni, Matteo Gianatti, Matteo Tarabini, Maura Gurini, Mauro Premerlani, Renzo Benedetti,  Roberto Ganassa, Roberto Moiola, Salvatore Saitta, Tano Perlini.
 
Si ringraziano inoltre:
Andrea Sem, Giordano Gusmeroli,  Avis Comunale di Sondrio, CAI Valtellinese (archivio Alfredo Corti), Flavio Tarabini, le famiglie di Celso Ortelli e di Achille Compagnoni, l’Ufficio federale di topografia Swisstopo per render pubbliche e fruibili importantissime documentazioni storiche, tutti gli intervistati e quelli che ci hanno accompagnato nelle gite, la Tipografia Bonazzi, gli edicolanti che ci aiutano nel promuovere la rivista, gli sponsor che credono in noi e in questo progetto... e tutti quelli che ho dimenticato di citare.
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